top of page

Il Consiglio di Stato punisce il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi ed annulla il referendum che aveva approvato il nuovo (e sciagurato) testo del Codice deontologico.

Immagine del redattore: NoraNora

Aggiornamento: 30 dic 2024

Il 24 Dicembre 2024 è stata pubblicata dal Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa, la sentenza definitiva N. 10376/2024 che costringe il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi (CNOP) a rifare il referendum per la approvazione di un nuovo testo del Codice deontologico. A fine articolo potete scaricare la sentenza.


La piattaforma InSeduta ha apertamente sostenuto le azioni dei ricorrenti, ritenendo scorrette le modalità di convocazione al voto per il Referendum. Pochissimi sono stati gli psicologi che hanno votato online il nuovo testo codicistico dal momento che il CNOP, pur essendo in possesso delle PEC di tutti gli iscritti all'Ordine, non ha avvisato ne via PEC ne tantomeno via raccomandata i propri iscritti dell'imminente voto e dunque il nuovo testo è stato votato da meno del 10 per cento degli iscritti all'Ordine. Dal 24 Dicembre 2024 (segno divino?), grazie alla sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ha annullato il Referendum, il testo del codice deontologico rimane quello vecchio.


Vogliamo ricordare il diritto di voto contenuto nell'Articolo 48 della Costituzione italiana e che il referendum votato da quattro gatti ha leso:

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge

L'ultima battaglia. Dire NO al nuovo Codice deontologico


Adesso inizierà l'ultima e più importante battaglia, quella di sostenere le ragioni del NO al Referendum per il nuovo testo del codice deontologico, dal momento che presto (?) saremo tutti chiamati a votare.


Il nuovo testo del codice deontologico presenta diverse criticità e la piattaforma InSeduta è contraria al nuovo testo per due motivi: la presenza di una discutibile Premessa etica introduttiva al Codice che lede l'autonomia del lavoro dello psicologo, e di fatto nemmeno messa ai voti nel referendum annullato (!), e la introduzione nei fatti di una sorta di TSO psicologico attraverso una peculiare formulazione dell'articolo 31.


L'articolo 2 della Premessa etica sulla Competenza, cosi recita:

La competenza delle psicologhe e degli psicologi è data sia da conoscenze teoriche acquisite all’Università e attivamente integrate e aggiornate, sia da una pratica sottoposta al confronto tra pari e alla supervisione di colleghe o colleghi esperti e altamente qualificati. 

La Treccani definisce in tal modo il termine Sottoposto:

sottopósto s. m. (f. -a) [part. pass. di sottoporre]. – Chi è subordinato ad altri, spec. in rapporti di lavoro; dipendente: farsi rispettare dai s.; io sono soltanto un s., e non ho l’autorità di prendere decisioni.

Se alla prossima tornata referendaria verrà approvata questa sciagurata Premessa etica, il Professionista iscritto all'Ordine degli Psicologi che, non dimentichiamolo, è in possesso di una laurea universitaria ed ha superato un esame di Stato, non sarà mai più autonomo dovendo concepire il suo operato come perennemente sottoposto alla supervisione di colleghi esperti e qualificati. Ed in che modo? Lo psicologo deve prenotare una supervisione con un fantomatico collega esperto ogni N giorni? Deve dimostrare di aver chiesto pareri sul suo operato ai colleghi esperti? Esiste un Albo dei colleghi esperti? Chi decide di questa fantomatica gerarchia tra colleghi?

Siamo difronte ad una Premessa etica oscena.

Bisogna ricordare a chi ha scritto il testo di questa premessa etica che non può definirsi professionista un soggetto che non sia autonomo nel suo operato e giudizio. La premessa etica cosi formulata è una vergogna per la categoria.


Per i summenzionati motivi la piattaforma InSeduta sosterrà il NO al nuovo Referendum sul Codice deontologico.


Colleghi, partecipate al Referendum e tutelate la vostra autonomia professionale votando NO!



Invitiamo ad ascoltare l'intervento della Dottoressa Lavinia Nera sulla sentenza del Consiglio di Stato.



SCARICA LA SENTENZA CON UN CLICK


77 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentários


Post: Blog2_Post

Servizio consumatori

Accedi all'area riservata della piattaforma InSeduta e scrivici nella chat, risponderemo nel più breve tempo possibile. Se non sei ancora iscritto all'area riservata, puoi farlo gratuitamente.

bottom of page