Nonostante sia iscritta all Ordine degli Psicologi, non sono stata chiamata a votare per numerose modifiche al Codice deontologico dell'Ordine degli Psicologi proposte attraverso un Referendum. Non ho ricevuto alcuna PEC ne raccomandata del voto online che si è svolto nella penultima settimana di settembre.
Ho saputo del Referendum a votazione già conclusa attraverso alcuni articoli di stampa come quello de Il Manifesto che riflettono su una visione della psicologia potenzialmente fuorviante che, a mio avviso, è già presente nel testo vigente del Codice deontologico.
Dopo un numero non indifferente di telefonate ai colleghi e verifiche sui vari siti istituzionali scopro alcune anomalie sul Referendum che elenco qui:
Come summenzionato, gli iscritti all'Ordine non sono stati avvisati via PEC o Raccomandata del voto per il Referendum;
Il referendum non necessitava di quorum;
Al voto hanno partecipato soltanto 16.000 psicologi su oltre 117.000 psicologi iscritti all'Ordine;
Il voto riguardava vari articoli del codice deontologico che trattano argomenti molti diversi tra loro ma era possibile votare esclusivamente in blocco. Dunque uno psicologo o una psicologa che desiderasse esprimere parere favorevole su alcuni articoli riguardanti alcune questioni deontologiche e parere negativo su altri era costretto/a a sacrificarsi per un SI complessivo o un NO complessivo;
Al voto si accedeva online tramite SPID che non tutti gli psicologi possiedono non essendo previsto alcun obbligo di possesso di SPID nel nostro paese;
Il referendum è preceduto da una cosiddetta premessa etica, che parrebbe essere parte integrande e di indirizzo del Codice ma il tui testo non è stato inserito nel Referendum.
Tanti sono i colleghi arrabbiati e delusi rispetto al Referendum. Il voto è un dovere civico, ma bisogna essere messi nelle condizioni di poter votare e i summenzionati fatti hanno impedito a migliaia di iscritti all'Ordine di votare. La maggioranza dei colleghi contattati telefonicamente non sa ancora oggi che ci sia stato un referendum e che bisognava votare un nuovo codice deontologico e va qualche riflessione ulteriore sulla premessa etica del nuovo Codice ed in particolare articolo 2 sulla Competenza, che cito:
La competenza delle psicologhe e degli psicologi è data sia da conoscenze teoriche acquisite all’Università e attivamente integrate e aggiornate, sia da una pratica sottoposta al confronto tra pari e alla supervisione di colleghe o colleghi esperti e altamente qualificati. Le psicologhe e gli psicologi assicurano e mantengono alti standard di formazione e competenza nell’ambito professionale in cui operano; riconoscono i limiti delle loro specifiche competenze e i confini dei loro ambiti di intervento; utilizzano solo metodi, strumenti e tecniche per i quali si sono preparati attraverso una specifica e adeguata formazione scientifica, un costante training, un’attiva esperienza professionale. La loro formazione è sottoposta ad un continuo aggiornamento scientifico e metodologico.
La Treccani definisce in tal modo il termine Sottoposto
sottopósto s. m. (f. -a) [part. pass. di sottoporre]. – Chi è subordinato ad altri, spec. in rapporti di lavoro; dipendente: farsi rispettare dai s.; io sono soltanto un s., e non ho l’autorità di prendere decisioni.
In buona sostanza, si sta dicendo che un Professionista che ha superato una laurea universitaria ed un esame di stato, non e' mai davvero autonomo essendo, secondo questa premessa etica NON votata, per sempre sottoposto alla supervisione di colleghi esperti e qualificati.
In conclusione, ritengo sia mio dovere dare massimo risalto alla notizia della raccolta fondi per sostenere un ricorso al TAR contro il referendum ordinistico, ricorso già presentato e sottoscritto da un gruppi di colleghi, e che la udienza al TAR Lazio è stata fissata il 10 ottobre 2023.
LINK RACCOLTA FONDI PER IL RICORSO AL TAR CONTRO IL REFERENDUM
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